domenica 29 agosto 2010

Abbiamo troppi laureati in medicina che non solo non servono ma fan pure danni.

La notizia di ieri che due ginecologi dell'ospedale di Messina si sarebbero presi a cazzotti, dopo un violento diverbio scoppiato tra loro in sala operatoria e,dove avrebbero dovuto sottoporre una paziente al taglio cesareo urgente,è l'ennesima conferma,qualora ce ne fosse bisogno,a quale degenerazione sia giunta la nostra società:e non è un problema esclusivamente italiano questo ma di tutta(o quasi),l'umanità. Questo pseudo progresso tecnologico a cui,da anni i nostri "esperti" vanno cercando di persuaderci ch'é necessario e indifferibile,ha sconvolto coscienze e comportamenti ed eretto imperi economico finanziari per i soliti pochi che hanno fatto e continuano a fare,man bassa di virtù,sentimenti e pulsioni,del popolo beota che,ovviamente,fa magnifica "assonanza" con un altro assai poco elegante "aggettivo" che qui tralascio per brevità. Ricordo che avevo all'epoca appena compiuto i 12 anni e,da qualche giorno,la TV di stato (c'era solo quella al tempo),dava ampio risalto ad un'inchiesta per accertare quanti medici ci fossero nel nostro Paese. Risultato:119.760 unità,che non erano pochi ma servivano,anche in previsione di li a poco,di una sorta di megariforma della sanità italiana che,alla lunga,avrebbe prodotto danni devastanti e non solo all'economia ma anche al sistema sanitario nel suo complesso. Adesso,io ho sessant'anni e siamo nel 2010 e di medici che sono,a differenza di quelli appena citati che operavano negli anni sessanta che erano abbastanza preparati sotto tutti gli aspetti della professione teorico e pratica,siamo precipitati nella merda più puzzolente e nefasta per tutti e tutte le patologie possibili e immaginabili,vecchie e nuove,con grave nocumento per la salute di tutti e di tutto il Paese. È necessario tornare ad un rigore pre guerra. Ovvero tornare ai canoni d'accesso che c'erano prima dell'inizio del secondo conflitto mondiale contro la Germania,l'Italia e il Giappone. Noi oggi abbiamo una marea di medici che stanno facendo solo i passacarte all'interno delle corsie ospedaliere;stesso discorso si può agevolmente fare per i cosiddetti "medici di base" o di "famiglia" che dir si voglia;ce ne sono troppi e,a questo punto il numero chiuso anche fosse ripristinato non servirebbe a granché per risolvere con equilibrio questa pesante anomalia e situazione della nostra sanità. Sarebbe necessario sospendere le iscrizioni per almeno cinque anni:sí.......un blocco! Facessero gl'ingegneri oppure i Fabbri. Ma che ci sarebbe di cosí tanto infamante esercitare una professione dove nessuno,per richiamare la nostra attenzione,sarebbe costretto a chiamarci "dottore"? Eppure,l'italiano della nostra epoca,che appartiene ad uno strano ceppo di popolo ha in s'è dei cromosomi che mi riesce molto difficile aggiudicare di pertinenza del vero ceppo italico discendente dalla Magna Grecia,se si fa eccezione per qualche piccolo nucleo (o zoccolo duro ?),stanziale da sempre nell'Italia del Nord Ovest e Nord Est. Ma anche da queste nostre parti sta iniziando una fase di decadenza e imbarbarimento che,e i segni sono ormai evidentissimimi e sotto gli occhi di tutti,non porterà nulla di buono e soprattutto a noi favorevole.E adesso per questa rissa scoppiata in una sala operatoria in esercizio,chi pagherà eventuali danni permanenti che,il comportamento sciagurato di questi loschi figùri ha provocato? Anche l'ospedale deve un congruo risarcimento eppoi,se uno o tutti e due i pazienti dovessero peggiorare il loro attuale stato,non ci sarebbe più un limite alla richiesta di risarcimento danni. Inoltre,questi due manovali pugili dell'arte medica,dovranno, A VITA,non poter più fare esercizio della professione:neanche come aiuto infermieri in un paese dilaniato da trentennali conflitti e bisognoso di tutto compreso l'aiuto sanitario e di sanitari.