lunedì 4 aprile 2011

Ennesimo viaggio di Berluskazz a Tunisi...sarà risolutivo o un'ulteriore presa pei fondelli?

Oggi,il nostro Berluskazz della Bugiardeska signore di villa Macherio e cavalier senza cavallo sarà a Tunisi con il suo regalo in borsa,per solleticare l'ingordigia mai appagata di un paese distrutto e allo sbando,con una popolazione dall'età media molto al di sotto dei trent'anni, ringalluzzita da una generale rivolta popolare che s'è conclusa con la caduta del trentennale regime dispotico di Benali,la sua fuga dal paese insieme ai suoi più stretti familiari,con un contorno di proposte,molto appetitose per la nuova classe dirigente emersa da questa rivolta e,per l'appunto un succulento regalo che,all'inizio,consisteva nella cifra di 100.000.000 di euro eppoi,in questi ultimi giorni,portata a 150.000.000 milioni di euro.Cifra che tradotta in vecchie lire ammonta alla bella somma di 300 miliardi: non poco e non certo modesta soprattutto se teniam conto che,attualmente,il nostro Paese versa in una gravissima crisi economica senza precedenti,con centinaia di migliaia di disoccupati e,altre centinaia di migliaia di lavoratori in cassa integrazione. Non parliamo proprio delle migliaia,decine centinaia di migliaia di precari che non hanno più neanche l'opportunità di poter sbarcare il lunario come precari in questo momento e,noi,chiaramente non con i soldi di Berluskazz che nella sua gestione della cosa pubblica,fin dall'inizio del suo governo,ha sperperato centinaia di miliardi in operazioni disastrose e in clientelismo laddove nemmeno pontefici indemoniati come Sisto il Borgia avevano mai osato affrontare e spingersi. È vergognoso che nel terzo millennio simili personaggi possano ancora assurgere ai vertici di uno stato moderno e progredito come l'Italia; ed è ancor più assurdo che un continente come l'Europa con la sua Unione politica ed economica di oltre ventisei Paesi stia alla finestra a guardare,come se gli avvenimenti che si stanno verificando nel nostro Paese non li riguardasse minimamente,come se l'assalto,(ma sarebbe più sincero chiamarlo con il suo vero nome e anche più onesto verso noi stessi),l'INVASIONE delle nostre coste fosse solo un nostro problema nazionale dove ogni stato non ha obbligo,ne morale ne economico ne vincolato da ferrei patti di alleanza e collaborazione a dare il proprio sostegno e relativo contributo a quello stato al momento in crisi e in preoccupante situazione politica,economica e sociale insostenibili e comunque inaccettabili per quel continente che si è sempre definito la CULLA DELLA CIVILTÁ; tutte le CIVILTÀ conosciute. Una presunzione che,a questo punto,non ha ne avrà mai più ragione di essere.

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