lunedì 4 aprile 2011

Lettera aperta al signor Loris Zaffra

Sul Vostro periodico "Il tetto" ho avuto modo di leggere il Suo editoriale dove Lei fa una dettagliata relazione di come l'Aler gestisce il suo patrimonio immobiliare: un ragioniere col tipo di formazione scolastica anni sessanta,scevra da indugi sentimentali e demagogia propagandistica. Questo Le fa onore dottor Zaffra ma con i tempi che corrono bisognerebbe far vibrare altre corde nella pubblica opinione per esser minimamente credibili. Per vicissitudini e situazioni alquanto sfortunate mi son trovato, qualche anno fa, a dover accettare di prendermi cura di una anziana prozia, oramai centenaria essendo nata il 7 Luglio del 1914,ormai totalmente ceca e affetta da una gravissima forma di diabete mellito di cui ha subito, pochi mesi fa l'amputazione del piede destro per un inizio di cancrena, anche per poter avere la possibilità di avere un tetto in cui poter esser al riparo visto che le mie condizioni economiche e la salute non mi avrebbero consentito di poter prendermi un locale in affitto nemmeno per una cifra modestissima con l'attuale introito per invalidità, di 252 euro mensili. Ma ahìmè, lo scorso mese di giugno, ho dovuto sottopormi ad un intervento chirurgico per l'asportazione di due carcinomi maligni e con la totale resezione delle corde vocali,false corde,tiroide,due anelli tracheali,laringe,i linfonodi bilaterali e con lo svuotamento bilaterale in tutto e in toto. Questo ha significato e significa un'autentica tragedia per quanto mi riguarda; quindi, non solo non sono più in grado di parlare e, ammesso lo fossi, l'anziana prozia non riesce più a sentire neanche le urla con l'elevata sordità di cui è anche affetta ma non solo: per quanto mi riguarda io non posso più stare presso di lei perchè ha bisogno di un'assistenza che io non sono più in grado di darle anche perchè ne ho bisogno io, e non sono più in condizioni di poter cambiarle tre quattro volte al giorno la biancheria e i pannolini perchè poveretta è incontinente. Per questa e la mia personale e difficilissima situazione,avevo, pochi mesi fa, inoltrato richiesta per l'ottenimento di un alloggio in emergenza che m'è stato rifiutato adducendo al pretesto,perchè lo ritengo un pretesto alquanto specioso e sterile, che di fatto, seppur in via provvisoria io sono già residente dal 2007 in un alloggio dell'Aler presso la signora STELLA  FABBIANI , IN VIA Giorgio Savoia, 3 in Milano. Ma io non posso più restare quì dottore anche perchè la signora avrà presto necessità di trovare una badante che possa abitare anche presso di lei: e io a questo punto, con due tumori che faccio? Vado a dormire in cantina? Per carità, se dovessi trovarmi nella necessità, e prima o poi accadrà, andrò a dormire anche in cantina. Certo in un dormitorio pubblico non andrei per nessuna ragione al mondo; soprattutto con tutte le case che l'Aler ha in Milano, chiuse da anni e già ristrutturate da anni anche e,che da anni sono chiuse e disabitate ma non solo: sono anche sorvegliate ventiquattro ore su ventiquattro da vigilantes che avranno di certo un costo notevole per la collettività. Io non pretendo una reggia dottor Zaffra ma solo un alloggio da poter vivere in tranquilla serenità il tempo che il padre eterno avrà già deciso per mè. Attendo un Suo riscontro dottore e nel frattempo le porgo il mio più cordiale saluto.

                                                                                     Tiziano A. Bedoni

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